WopArt 2019 e le MOSTRE COLLATERALI

 

WopArt 2019 è lieta di annunciare le quattro mostre collaterali che saranno ospitate all’interno dei padiglioni del Centro Esposizioni Lugano durante i giorni della quarta edizione della fiera

Risultati immagini per wopart CINQUE PAPIRI DEL MUSEO EGIZIO DI FIRENZE

ALL’ORIGINE DELLA CARTA: CINQUE PAPIRI DEL MUSEO EGIZIO DI FIRENZE
a cura di Giorgio Piccaia
in collaborazione con Maria Cristina Guidotti, Curatrice del Museo Egizio di Firenze
con il supporto di Corrado Basile, Fondatore del Museo del Papiro di Siracusa
 
WopArt 2019 esplora il tema della storia della carta e della scrittura esponendo a Lugano cinque antichi papiri egizi

Nella sua missione di diffondere la cultura dei work on paper, WopArt quest’anno dedica una mostra alle origini della carta e della scrittura, esponendo all’interno dei padiglioni fieristici cinque preziosi papiri provenienti dal Museo Egizio di Firenze.
La mostra – organizzata da Giorgio Piccaia e Maria Cristina Guidotti con il supporto di Corrado Basile, insieme alla Direzione Culturale di WopArt e con la collaborazione del Comune di Lugano – presenterà un allestimento rivolto non soltanto ad esperti ed appassionati che vogliano approfondire la conoscenza del mondo dell’arte su carta, ma anche a semplici curiosi e studenti di tutte le età.

I cinque papiri egizi che verranno esposti sono un esempio delle varie tipologie di utilizzo di questo antico supporto: dal geroglifico alla scrittura greca, al copto, fino alle immagini, come quelle che accompagnavano il celebre Libro dei Morti. In particolare, in fiera troveremo un papiro con domanda oracolare, un papiro con testi evangelici, un frammento di papiro dal Libro dei Morti, e due frammenti di papiro figurato, di cui uno quasi completamente integro.
La mostra sarà corredata da pannelli esplicativi dedicati alla storia della collezione del Museo Egizio di Firenze, alla scrittura egizia e all’uso del papiro come supporto scrittorio.
Arricchisce l’esposizione un video sulla coltivazione e lavorazione della pianta di papiro (in versione italiana, inglese, tedesca), realizzato dal Museo del Papiro di Siracusa.
Nei giorni della fiera, inoltre, l’area talk ospiterà La carta dell’antico Egitto, i papiri, una conversazione con Maria Cristina Guidotti, Curatrice del Museo Egizio di Firenze, e il curatore della mostra Giorgio Piccaia.

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IMG_6505.JPGLUIGI PERICLE. L’ALCHIMISTA PITTORE
a cura di Mimmo Di Marzio e Paolo Manazza  

A WopArt 2019 un nucleo inedito di opere su carta  del grande artista svizzero riscoperto dalla critica  
WopArt accende i riflettori sull’artista svizzero Luigi Pericle (Basilea, 1916 – Ascona, 2001), che trascorse gran parte della sua vita nel Canton Ticino, ritirato e immerso negli studi, nella contemplazione della natura e nella pratica artistica.
La poliedricità di Pericle lo portò a praticare, insieme a una pittura astratta e informale, anche una fervida attività di illustratore e fumettista per l’editore Macmillandi New York e per quotidiani e periodici prestigiosi come il Washington Poste l’Herald Tribune.

La quarta edizione della fiera, dal 19 al 22 settembre 2019, sarà l’occasione per mettere in mostra un nucleo inedito di opere su carta dell’artista, che proprio quest’anno è stato oggetto di una rinnovata attenzione del pubblico e della critica non solo grazie alla retrospettiva presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia in occasione della Biennale di Venezia, ma anche alla mostra in programmazione presso il MASI di Lugano.

Pericle fu un personaggio totalmente atipico rispetto al sistema dell’arte: visse ad Ascona alle pendici di quel Monte Verità che fin dall’inizio del ‘900 fu una sorta di Mecca della “controcultura” europea del tempo, meta di poeti, intellettuali, teosofi e anarchici. Rimase dunque a stretto contatto con una comunità fortemente intrisa di spiritualità, dottrine filosofiche ed esoteriche. E proprio ad Ascona, negli anni Trenta, iniziarono gli incontri di Eranospromossi da Carl Gustav Jung e animati da personalità del calibro di Sir Herbert Read, grande critico d’arte del ‘900 e consulente per Peggy Guggenheim, che scoprì e appoggiò il genio artistico di Luigi Pericle.
Questo ambiente sovversivo e stimolante certamente influenzò le sue scelte artistiche e di vita, a cominciare da quando, nel 1958, decise di distruggere tutta la sua precedente opera figurativa per dedicarsi alla sperimentazione di tecniche e materiali nella sua Casa San Tomaso (nome dato in omaggio a San Tommaso d’Aquino) ad Ascona, donatagli in cambio di opere dal collezionista svizzero Peter G. Staechelin.

Quello stesso mondo di certo lo influenzò quando – dopo aver partecipato a esposizioni internazionali accanto a maestri come Picasso, Dubuffet, Tàpies, Mathieu e Corneille, giunto all’apice del successo grazie a una personale itinerante a cura del museologo Hans Hess svoltasi tra York, Newcastle, Hull, Bristol, Cardiff e Leicester – decise di rinunciare alla carriera e di ritirarsi a vita privata per dedicarsi unicamente alla sua arte e agli studi esoterici.

La casa dove trascorse gli ultimi anni della sua vita in studio e isolamento, recuperata dopo 15 anni di abbandono, ha rivelato un immenso patrimonio di dipinti, disegni, chine e documenti – oggi finalmente acquisito e valorizzato dall’Archivio Luigi Pericle – che testimonia le sue originalissime ricerche artistiche ed esoteriche.
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LOVE
di Bob Krieger
a cura di Mimmo di Marzio

Un corpus di opere dalla collezione privata del fotografo

per raccontare un interprete raffinato degli anni d’oro della moda e della società italiana e internazionale

Davanti alla sua macchina fotografica sono passati dall’Avvocato Agnelli a Miuccia Prada, da Bill Gates a Umberto Veronesi, e ancora Carla Fracci, Giorgio Armani, Indro Montanelli, solo per citarne alcuni.
Il grande fotografo Bob Krieger (Alessandria d’Egitto, 1936), autore di tre copertine del Time, corrispondente del New York Times Magazine per otto anni, che ha lavorato per tutti i protagonisti della moda dagli anni Settanta al Duemila, sarà il protagonista di una delle mostre collaterali ospitate dalla fiera WopArt 2019.

Ospitata nell’Area Talk della fiera, la mostra presenterà una suggestiva esposizione di installazioni dell’autore, compresa una serie di opere selezionate dalla preziosa collezione privata dell’artista.

Intitolata Love e curata da Mimmo di Marzio, la mostra rappresenterà un excursus nel vasto immaginario di uno dei protagonisti della travolgente stagione di successi della moda italiana nel mondo, che ha segnato un’epoca nella fotografia mondiale.
Accanto a immagini iconiche del mondo della moda e ai suoi ritratti, anche alcuni scatti dalle serie Nudi e Occhi, una sua personale interpretazione della Bellezza.  °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
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GLI OROLOGI MOLLI DI DALÍ
 
Cinque fusioni in bronzo protagoniste di una mostra a WopArt 2019
nell’anno del trentesimo anniversario della morte del grande artista spagnolo

Salvador Dalí non è stato solo un pittore ma un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso maestro del Surrealismo, non si limitò mai alla produzione di quadri o di opere d’arte bidimensionali. Vetro-cristallo, mobili, gioielli e soprattutto sculture in bronzo: la sua arte scaturiva da qualsiasi strumento avesse a disposizione.
In occasione della fiera WopArt2019, Dalì Universe, società diretta da Beniamino Levi, mercante d’arte e collezionista italiano che ha lavorato con Dalí sin dagli anni Sessanta, presenta una mostra con opere provenienti dalla propria collezione, una delle più importanti a livello internazionale, di sculture e opere tridimensionali dell’artista spagnolo, esposizione che si inserisce nel ricco ventaglio di eventi proposto per il 2019, trentesimo anniversario della morte di Dalì.
Dalí desiderava rimanere immortale. Promuovendo la sua vita e le sue opere d’arte, Dalí Universe contribuisce alla realizzazione del desiderio dell’artista.
L’Orologio Molle è una delle immagini di Dalí più famose che ha origine dal suo più famoso dipinto del 1931, La Persistenza della Memoria. Nel mondo dell’artista il tempo non è rigido ma è un tutt’uno con lo spazio: in quanto molle tuttavia non può più funzionare e perde di significato.
Con l’uso di questo simbolo Dalí tentava di comunicare che la percezione umana del tempo cambia a seconda dell’umore e delle azioni.

In mostra cinque fusioni in bronzo ideate tutte negli anni Settanta e realizzate in bronzo all’inizio degli anni Ottanta:
Danza del Tempo I (ideata nel 1979, prima fusione nel 1984)
Nobiltá del Tempo (ideata nel 1977, prima fusione nel 1984)
Profilo del Tempo (ideata nel 1977, prima fusione nel 1984)
Venere Spaziale (ideata nel 1977, prima fusione nel 1984)
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segnalato da  ornella  torre

WopArt 2019 e le MOSTRE COLLATERALIultima modifica: 2019-07-10T20:47:08+02:00da modaefashion
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